In Italia circa il 70% delle aziende con fatturato compreso tra 20 e 50 milioni di Euro è a carattere familiare; Il 25% di queste è guidata da un leader che ha un’età superiore ai 70 anni e di queste 1 su 5 dovrà affrontare nei successivi 5 anni la delicata fase del passaggio generazionale.
E’ quanto emerge da uno studio pubblicato nel 2017 dal Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia (CERIF) condotto su un campione di PMI da cui risulta che su 34 passaggi generazionali analizzati, il 71% ha avuto esito positivo, il 12% negativo mentre il 17% era ancora in atto al momento dell’analisi.
 
E’ fondamentale pianificare per tempo la successione ai vertici dell’azienda soprattutto se si tratta di passaggio di testimone da un familiare ad un altro, in modo che sia un processo da gestire e non invece un evento da subire.
Devono essere stabiliti con chiarezza i ruoli, i compiti e le modalità di successione in modo da garantire continuità aziendale anche e soprattutto nei confronti di altri soggetti coinvolti come le banche, i clienti, i fornitori e dipendenti che vogliono garanzie e certezze che l’azienda sarà ben condotta anche in futuro.
 
I principali strumenti a disposizione generalmente usati dall’imprenditore per gestire mentre è in vita il processo di successione in azienda sono il Trust, il Patto di Famiglia ed il contratto assicurativo del Ramo Vita.
I primo è un istituto di matrice anglosassone mediante il quale i beni di un soggetto detto Disponente vengono trasferiti in un patrimonio separato di un altro soggetto giuridico denominato Trust che a sua volta è controllato e gestito da un terzo soggetto, il Trustee secondo regole ben precise e nell’interesse esclusivo dei beneficiari individuati. Se il patrimonio aziendale viene trasferito in un Trust, al momento della morte dell’imprenditore disponente sarà possibile mantenere la continuità nella gestione dell’impresa tutelandola da eredi che, al momento per età o per capacità, non sono pronti a prendere le redini dell’azienda.
Il secondo strumento utilizzato è il Patto di Famiglia grazie al quale l’imprenditore coinvolge tutti i futuri eredi legittimari al momento della stipula del Patto, stabilendo a chi andranno le quote dell’azienda, assegnando la gestione a quelli più capaci, e decidendo chi saranno gli eredi da liquidare in via equitativa al fine di evitare future e probabili dispute familiari.
Il Patto può essere impugnato solo per vizio del consenso di uno dei soggetti coinvolti, oppure se uno dei legittimari non ha ricevuto quanto a lui spettante e stabilito nel contratto stesso.
Nel rispetto della quota di legittima che è sempre sacra, lo strumento del contratto assicurativo è certamente una valida e più immediata alternativa rispetto alle due opzioni appena descritte.
Figura importante del contratto assicurativo è quella del Beneficiario, cioè il soggetto a cui il patrimonio verrà conferito. La flessibilità nella scelta di quest’ultimo, anche fuori dall’asse ereditario legittimo, rende le Polizze Vita lo strumento più valido per la tutela di tutte le figure care al cedente.
Il ricorso poi alle polizze cosiddette di “Ramo I” permette di garantire l’integrità del capitale da trasferire e di ottenere altri indubbi vantaggi come l’insequestrabilità e l’impignorabilità dello stesso sempre nel rispetto della legalità. Se poi aggiungiamo anche che le suddette polizze, insieme ai Titoli di Stato, sono gli unici strumenti di investimento esenti da imposte di successione, appare chiaro perchè c’è una forte attenzione dei risparmiatori verso questi prodotti.
 
In conclusione, è evidente quanto sia importante pianificare per tempo una fase così delicata come il passaggio generazionale in azienda. Esistono validi strumenti a disposizione che debbono però essere utilizzati con l’aiuto di un professionista di settore che possa consigliare al meglio l’imprenditore lungimirante che vuole avere la certezza che la sua azienda avrà un futuro ancora per tanti anni.