Il crimine cybernetico usa i metodi più disparati per compiere i propri reati. La vittima, nella maggior parte dei casi, non si accorge di nulla in quanto all’apparenza le viene chiesto di compiere un’operazione che fa ripetutamente: ad esempio, quella di digitare la password più volte facendole credere di sbagliare nella digitazione, in questo modo appropriandosi delle credenziali di accesso al suo conto corrente online.
Alcune volte la semplice apertura di un allegato ad un’email può avviare un virus che inizia ad agire per ciò che è stato programmato: rubare dati, oppure danneggiare tutto il database del computer della vittima che, dopo qualche giorno, riceverà un’altra email con cui il criminale chiederà una somma di denaro per annullare il danno.
Il rischio è certamente importante per un privato che dovrà prestare sempre più attenzione nei riguardi di una minaccia che può colpire non solo attraverso il pc ma anche attraverso lo smartphone. Ciò può portarlo a considerare alcune soluzioni offerte dal mercato assicurativo, quali ad esempio la “Difesa web” della DAS che, ad un costo molto contenuto, lo avvertirà tutte le volte che il suo codice fiscale oppure il suo numero di carta di credito verranno utilizzati sul web, in modo da bloccare per tempo eventuali frodi a suo danno.
Anche e soprattutto le aziende devono prestare la massima attenzione al fenomeno del cybercrime. Non è un caso che i risk manager annoverino l’incidente cyber al terzo posto nella classifica delle minacce da fronteggiare.
 
Da uno studio della Banca d’Italia si scopre infatti che nel 2016 il 47% delle aziende italiane è stato colpito da almeno un attacco informatico e nel 2017 questo fenomeno è aumentato del 7%. Inoltre, il Rapporto Clusit sulla sicurezza informatica ha decretato il 2016 come l’anno peggiore in assoluto per il cybercrime in Italia, rivelando che per rimediare ad un attacco informatico occorrono in media 50 giorni.
 
Tra le conseguenze dei crimini informatici vi sono certamente: disturbi dell’attività, danni alle apparecchiature elettroniche, diminuzione di ricavi ed aumento di costi indiretti ma soprattutto perdita delle informazioni. Si pensi alla portata del danno in cui può incorrere l’azienda a cui sono stati trafugati il database dei clienti o le informazioni confidenziali su un brevetto.
Big data, controlli remoti, utilizzo e salvataggio dei dati in cloud sono senza dubbio alcune delle opportunità offerte dalla tecnologia, ma al tempo stesso costituiscono delle potenziali minacce. Ogni giorno si verificano attacchi rivolti non solo a danneggiare il sistema di un’impresa ma anche ad effettuare un vero e proprio spionaggio industriale.
Il fatto che l’intero patrimonio aziendale possa essere messo a rischio da un attacco informatico ha portato sempre di più i manager a prendere provvedimenti di protezione preventiva con l’implementazione di software antivirus aggiornati e con una formazione adeguata del personale che evidenzia quali siano i comportamenti da osservare e quali quelli da evitare anche per la semplice apertura di una email.
 
Sono sempre di più le soluzioni di cyber security offerte dalla Compagnie di Assicurazioni volte alla riparazione dell’eventuale danno informatico avvenuto. Accanto alle coperture tradizionali di cui sono dotate le aziende, le polizze “cyber risk” possono garantire il rimborso dei costi di ripristino del sistema, compresi i costi per la sostituzione dei software, i mancati introiti o il danno economico legato al cyber attacco.
È evidente che siamo di fronte ad una copertura assicurativa nuova che non tutte le Compagnie offrono e che ancora poche aziende italiane prendono in considerazione, ma che in altri paesi come gli Stati Uniti sono presenti in una azienda su tre.
L’importanza del fenomeno criminale è in continuo aumento ed occorre prendere provvedimenti efficaci prima che sia troppo tardi.